La natura multidisciplinare (linguaggi: artistici visivi, psicologici, pedagogici, filosofici) della formazione in arteterapia permette di iscrivere l'arteterapeuta tra le figure professionali attive nella prevenzione e nella cura del disagio psichico e relazionale dall'infanzia all'anzianità. L'arteterapeuta aiuta a decodificare il linguaggio artistico come specchio sia delle dinamiche interiori che di quelle relazionali, tralasciando le interpretazioni psicologiche sia dei manufatti prodotti che del soggetto stesso. L'arteterapeuta si propone quindi nel rispetto dei meccanismi individuali di difesa. Grazie a percorsi individualizzati, di gruppo e in gruppo gli utenti sono messi nella condizione di esprimere desideri, paure, traumi, inquietudini e di renderli riconoscibili, rappresentabili, condivisibili, sostenibili ed eventualmente trasformabili all'interno della relazione professionale con l’arteterapeuta. L’arteterapeuta ricorre ai linguaggi artistici visivi e ai rituali del fare artistico non al fine di scoprire talenti o di soffermarsi sul prodotto artistico in sé. L’arteterapeuta si propone come accompagnatore nel riconoscimento dell'esperienza intra-soggettiva e inter-soggettiva che questa pratica favorisce grazie all’intreccio fra tre polarità: arteterapeuta, utente, immagine prodotta. Nel percorso formativo proposto si intrecciano tre caratteristiche che lo contraddistinguono da altre forme di arteterapia: 1. La psicologia generativa, 2. Il setting che rinvia al metodo del Farestorie, 3. Il lavoro centrato sulle immagini visive prodotte.
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